Siete dei perfezionisti?
Tutti siamo un po’ perfezionisti.
La questione è capire fino a che punto il perfezionismo influisce sulle nostre scelte e sui nostri comportamenti.
Il perfezionismo, se eccessivo ed ossessivo, può minare la pace interiore, la gioia di vivere e l’ autostima. Il perfezionista, infatti, non sarà mai soddisfatto di ciò che riesce ad ottenere poiché avrà sempre la convinzione che avrebbe potuto fare meglio.
Esiste un ‘perfezionismo positivo’, che può portare alla definizione di elevati standard personali e di lavoro e spingere a esercitarsi verso questi obiettivi in maniera pro-attiva. Ma anche un altro tipo di perfezionismo, che porta a esser costantemente preoccupati di sbagliare e ad avere dubbi sulle proprie prestazioni, autoprovocandosi stress, depressione, disturbi alimentari, insonnia, stanchezza.
Fino, appunto, al burnout.
Liberarsi dal peso del perfezionismo richiede un po’ di tempo, ma è possibile combatterlo diminuendo in modo considerevole il livello di stress a cui si è sottoposti nel momento in cui si vive una situazione di questo tipo.
Cos’è la sindrome da perfezionismo?
La sindrome da perfezionismo è un complesso di manifestazioni comportamentali caratterizzata da una tensione verso mete eccessivamente elevate, difficilmente raggiungibili e, di conseguenza, potenzialmente frustranti, nonché da pretese elevate nei confronti di sé stessi e degli altri. Il perfezionista ha molti pregi (affidabilità, precisione, puntualità, senso di responsabilità, serietà), ma coltiva le sue qualità in modo eccessivo fino a farle diventare difetti. Non conosce esattamente le sue possibilità e se da una parte tende a considerarsi onnipotente, dall’altra si sente insicuro proprio perché non è in grado di comprendere quando i suoi sforzi sono sufficienti per raggiungere l’obiettivo che si è prefissato. Questa insicurezza è legata all’ansia e alla continua ricerca dell’ordine esterno. L’imperativo del perfezionista è quindi il dovere. Questo lo porta a far dipendere il suo valore come persona da ciò che compie.
Quali sono le cause del perfezionismo?
Il perfezionista solitamente ha vissuto un’infanzia all’insegna delle critiche per gli sbagli commessi ed è stato raramente premiato per le conquiste ottenute. A questi elementi si possono aggiungere le aspettative genitoriali, i modelli di comportamento, le richieste sociali e le esperienze di vita. L’insicurezza del perfezionista è quindi frutto di contesti familiari e sociali che impongono pretese eccessive o comunque di modelli tendenti alla perfezione. Questa prolungata esposizione alle critiche porta alla creazione del cosiddetto “dialogo interno negativo” che altro non è che una sorta di voce interiore che spinge il perfezionista ad essere eccessivamente severo con sé stesso e a pretendere l’impossibile da chi lo circonda.
Costi e benefici del perfezionismo
Come prima cosa provate ad analizzare voi stessi e ciò che vi rende perfezionisti. Sicuramente state pensando che sono proprio quelle caratteristiche che vi rendono persone migliori (anche se la ricerca non è del medesimo avviso), ma a quale costo? Il perfezionismo comporta parecchie conseguenze negative che casomai state sperimentando proprio in questo momento. Fate una lista di tutto ciò che il vostro modo di essere perfezionisti ha comportato nella vostra vita e in quella di chi vi sta intorno. Così facendo, sarete sicuramente più motivati ad eliminarlo.
La consapevolezza di essere perfezionisti
Essere consapevoli dei vostri schemi comportamentali e di quanto il perfezionismo si sia insinuato nella vostra vita, vi permette di poter iniziare a reagire di conseguenza, ovvero di cambiare. Se vi è possibile, nel momento in cui un pensiero perfezionista fa capolino nella vostra mente scrivetelo o annotatelo. Se non vi è possibile farlo nell’immediato, ovvero proprio nell’esatto momento in cui compare, a fine giornata potete sempre ripensare a ciò che avete fatto e ricordare gli episodi in cui ritenete di aver fallito o in cui ritenete di non aver fatto ciò che dovevate fare abbastanza bene. Questo vi permetterà di acquisire maggiore consapevolezza dei vostri pensieri di stampo perfezionistico qualora dovessero ripresentarsi.
Il bicchiere è anche mezzo pieno
Essendo perfezionisti vi sarete sicuramente resi conto della vostra spiccata capacità nel vedere errori anche nei migliori lavori che avete eseguito o negli obiettivi che avete conseguito. Quest’abitudine è difficile da smantellare, ma provate ad ammorbidire questa rigidità sforzandovi di vedere il lato positivo di ciò che fate e di ciò che fanno gli altri. Se notate qualcosa che non vi piace di voi stessi o di quello che state facendo, per esempio, provate a ricercarne anche le qualità e ad elencarle. Questo bilancerà il vostro senso critico e vi aiuterà ad acquisire una visione d’insieme più positiva.
Quella fastidiosa vocina interiore
Quante volte la vostra voce interiore vi ha suggerito che il lavoro che stavate facendo non era svolto abbastanza bene o che in quell’occasione non avevate fatto abbastanza? Se volete eliminare il perfezionismo dalla vostra vita, dovete fare in modo che questa voce cambi. Questo dialogo interiore negativo, infatti, può portare al perpetuarsi di comportamenti malsani che rischiano di ledere notevolmente la vostra autostima. Modificare il modo in cui vi rivolgete a voi stessi o col quale parlate a voi stessi, vi aiuterà a godervi di più la vita e ad apprezzarvi.
Procedete a piccoli passi
I perfezionisti tendono a prefissarsi obiettivi di irragionevole portata, irrealistici. Le pretese, quindi, diventano eccessive e non vengono ammessi spazi per eventuali errori. Riducete lo stress che questo tipo di visione comporta modificando il modo di prefiggervi gli obiettivi. Non dovete sacrificare il risultato finale, ma se fissate piccoli obiettivi e premiate voi stessi nel momento in cui li raggiungete, sarete sicuramente più propensi a perdonare qualche piccolo incidente di percorso. Per esempio, se il vostro obiettivo è quello di ritornare in forma ma non siete abituati a progettare regolarmente, non prefissatevi di lavorarci sopra cinque volte alla settimana. Un cambiamento così radicale delle vostre abitudini potrebbe comportare l’inevitabile rinuncia al progetto. Provate, invece, ad allenarvi una o due volte nel corso della prima settimana per poi aggiungere di volta in volta altri esercizi fino al raggiungimento dell’obiettivo finale. Così facendo, avrete più possibilità di raggiungere la meta che vi eravate prefissati gustandovi maggiormente i piccoli successi ottenuti durante il percorso.
Assaporate le conquiste ottenute durante il percorso
Se siete abituati a focalizzarvi solo sul risultato e a rimproverare voi stessi se esso non è perfetto (secondo il vostro concetto di perfezione), iniziate a concentrare la vostra attenzione sul percorso che state intraprendendo per raggiungere il vostro obiettivo piuttosto che sull’obiettivo stesso. Potete anche prendere in considerazione di condividere questa esperienza collaborando con persone che hanno il medesimo scopo oppure potete provare a scrivere su un diario le sensazioni e gli stati d’animo che avete provato durante il percorso che vi ha portati al raggiungimento della meta che vi eravate prefissati. Se pensate di non essere stati “perfetti”, avrete modo di riflettere e di ripercorrere a ritroso il percorso, accorgendovi delle piccole conquiste ottenute. Imparate ad apprezzare e a stimare i vostri miglioramenti.
Imparate a gestire le critiche
Se siete inclini a vedere le critiche come un attacco, mettendovi puntualmente sulla difensiva, provate a cambiare il vostro atteggiamento. Le critiche, se costruttive, possono essere una fonte preziosa di spunti per migliorare sé stessi. Se notate che le critiche che vi vengono rivolte sono eccessivamente rigide, è bene ricordare agli altri (ma soprattutto a voi stessi) che gli errori sono un buon modo per imparare.
Fonte: oldeconomy.orgimperfetti.html